Il 5G rappresenta la tecnologia dell’immediato futuro e promette di rivoluzionare il mondo delle telecomunicazioni. Sono molti i dubbi sollevati da parte dei misoneisti, molti dei quali più per ignoranza che per reali preoccupazioni.
Cosa è la tecnologia 5G?
La tecnologia 5G è la nuova frontiera della comunicazione che più volgarmente viene definita come tecnologia mobile di quinta generazione. Si tratta della naturale evoluzione delle precedenti reti 2G, 3G e 4G. Sarà il perno principale per lo sviluppo dell’Internet delle cose (o Internet of Things), ovvero la tecnologia di connessione con gli oggetti.
Le principali caratteristiche sono una velocità superiore ed una quantità di banda più ampia per consentire più connessioni simultanee. Variano anche le tecniche di trasmissione e le infrastrutture.
Quali sono i vantaggi del 5G?
I vantaggi del 5G sono molteplici:
- La velocità di trasmissione: è possibile arrivare a connessioni fino a 10 Gigabit al secondo ovvero una velocità decuplicata rispetto all’attuale 4G. Questo offrirà la possibilità di trasferire immagini o audio di miglior qualità anche in tempo reale.
- I tempi di risposta: la latenza scenderà di circa 10 volte rispetto al 4G, passando dagli attuali 50-100ms a 1-10ms. Tale prerogativa consentirà un miglior approccio a tutti quei comandi a distanza per effettuare operazioni di precisione (pensiamo ad un intervento chirurgico o ad un intervento degli artificieri).
- Maggiori connessioni: la gestione simultaneamente di più connessioni senza rinunciare alla velocità.
- L’hardware: molte delle operazioni saranno gestite dalle antenne, togliendo all’hardware dei dispositivi il compito di effettuare molte operazioni e riducendo così consumo di energia.
Quali effetti avrà sulla salute il 5G?
Gli effetti che avrà sulla salute il 5G non sono ancora definiti; non esistono infatti al momento studi scientifici che possano dimostrare una correlazione tra la tecnologia implementata e la salute. E’ bene precisare che non esistono informazioni definitive nemmeno sulle tecnologie passate. Conoscendo bene il funzionamento del 5G e quello delle attuali reti, è però possibile essere ottimisti.
Le fake news sul 5G
Le fake news sul 5G si sono sviluppate, come sempre, a causa di un’immensa ignoranza sull’argomento. Infatti le argomentazioni messe in campo dai detrattori sono quasi sempre incomplete e formulate senza alcun dato. Ma vediamo di esaminarle attentamente:
- Le onde millimetriche del 5G sono rischiose per la salute?
Il 5G lavora, come tutti i dispositivi odierni, utilizzando onde elettromagnetiche, segnali che possono essere rappresentati con una sinusoide.. Questi impulsi vengono misurati in frequenza (numero di onde in un determinato intervallo di tempo) e lunghezza d’onda (distanza tra due creste) e ampiezza (altezza dell’onda). Più aumenta la frequenza più queste onde diventano piccole. Il 5G utilizza frequenze molto più alte della tecnologia 4G (dalla banda 900MHz-2,6GHz passiamo alle bande 3,6GHZ – 3,8GHz e 26,5GHz – 27,5GHz). Questa alta frequenza produrrà onde elettromagnetiche piccole che vengono definite onde millimetriche. Tale parola, associata allo spettro di frequenza appartenente alle microonde sono la causa dell’immotivata preoccupazione. Più è alta la frequenza più bassa sarà la capacità di penetrazione e, infatti, per aggirare gli ostacoli su alcune trasmissioni sarà utilizzata la banda dei 700MHz che attualmente è impiegata dal digitale terrestre. - Le numerose antenne saranno dannose per la salute?
L’alta frequenza è soggetta a rumori ed interferenze e, proprio per questo, saranno necessarie antenne meno distanti tra loro; in questo modo sarà possibile replicare il segnale ed evitare commistioni tra i segnali. Tuttavia questa capillarità offrirà la possibilità di utilizzare potenze nettamente inferiori a quelle del passato e quindi meno capaci di attraversare ostacoli come la pelle umana.
Esistono inoltre dei limiti imposti sull’intensità di trasmissione delle onde elettromagnetiche; se in europa la media è di 60 volt/metro, in Italia tale limitazione è di 6 volt/metro.
Per gli smartphone, per misurare la quantità di radiazioni assorbite dal corpo esiste il Sar (Specific Absorption Rate). - Il coronavirus è legato al 5G?
L’epidemia di coronavirus non è collegata al 5G in quanto l’epidemia è presente in tutti i paesi, anche quelli privi dalle più basilari infrastrutture. Oltre a questa banale osservazione le onde elettromagnetiche trasportano energia e non materia. Non esiste alcuna spiegazione scientifica di come un’onda elettromagnetica dovrebbe trasmettere un virus. - Ci sono studi che dimostrano che le onde elettromagnetiche sono cancerogene.
Spesso dai misoneisti vengono citati due studi: uno dell’Istituto Ramazzini ed uno dell’US National Toxicology Program. Tali studi nascono per valutare gli effetti di esposizioni a radiofrequenze di vecchie tecnologie; inoltre è opportuno valutare il fatto che le esposizioni al quale sono state sottoposte le cavie, sono decisamente sovradimensionate sia per tempo che per potenza; tali informazioni vengono espressamente dichiarate all’interno dei suddetti studi.
Infatti ogni topolino è stato bombardato per 9 ore consecutive ad onde elettromagnetiche della potenza di 10W/Kg. Che un individuo utilizzi un cellulare consecutivamente per 9 ore al giorno è difficile ma, soprattutto, il limite di potenza fissato dall’UE è di 2W/Kg.
Nonostante queste premesse il quadro definitivo degli studi non è assolutamente allarmante; l’insorgenza dei tumori in questi ratti è nella stessa percentuale di quella attesa in natura, ovvero in ratti non irradiati dalle onde elettromagnetiche. - Senza certezze non si dovrebbe sperimentare il 5G
Questi gruppi richiamano il famoso principo di precauzione nel tentativo di bloccare le sperimentazioni; ancora una volta però si dimostrano ignoranti in materia. Infatti il trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, che lo definisce, dice un’altra cosa: il rischio potenziale deve essere analizzato, comunicato e gestito soppesando i benefici ed i rischi tra innovazione e conservazione.
Non esiste nulla che possa garantire una sicurezza al 100% e, seguendo questo insano principio, oggi non avremmo nemmeno l’aspirina.